Blue Flower

Dovremmo domandarci

 

         In questa Pentecoste, che abbiamo celebrato, chiediamo che lo Spirito santo ci doni il coraggio di riconoscere i limiti e gli errori della nostra Chiesa e chiedere umilmente scusa! La preghiera del salmista sia la preghiera della Chiesa:

         «Bene per me se sono stato umiliato, perché impari ad obbedirti» (Sal 119, 71).

         Lasciamoci guidare da alcune parole di Papa Francesco, rivolte giovedì 25 maggio 2023. Sono illuminanti in quest’ora tenebrosa per la nostra Comunità:

          “Dovremmo domandarci quanto facciamo spazio e quanto ascoltiamo realmente nelle nostre comunità le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito ed è arrabbiato con la Chiesa. Fino a quando la loro presenza resterà una nota sporadica nel complesso della vita ecclesiale, la Chiesa non sarà sinodale, sarà una Chiesa di pochi. Ricordate questo, chiamate tutti: giusti, peccatori, sani, malati, tutti, tutti, tutti.

         A volte si ha l’impressione che le comunità religiose, le curie, le parrocchie siano ancora un po’ troppo autoreferenziali. E l’autoreferenzialità è un po’ la teologia dello specchio: guardarsi allo specchio, maquillage, mi pettino bene… È una bella malattia questa, una bella malattia che ha la Chiesa: autoreferenziale, la mia parrocchia, la mia classe, il mio gruppo, la mia associazione…

         Sembra che si insinui, un po’ nascostamente, una sorta di “neoclericalismo di difesa” — il clericalismo è una perversione, e il vescovo, il prete clericale è perverso, ma il laico e la laica clericale lo è ancora di più: quando il clericalismo entra nei laici è terribile! —: il neoclericalismo di difesa generato da un atteggiamento timoroso, dalla lamentela per un mondo che “non ci capisce più”, dove “i giovani sono perduti”, dal bisogno di ribadire e far sentire la propria influenza — “ma io farò questo…”.

         Il Sinodo ci chiama a diventare una Chiesa che cammina con gioia, con umiltà e con creatività dentro questo nostro tempo, nella consapevolezza che siamo tutti vulnerabili e abbiamo bisogno gli uni degli altri.

         E a me piacerebbe che in un percorso sinodale si prendesse sul serio questa parola “vulnerabilità” e si parlasse di questo, con senso di comunità, sulla vulnerabilità della Chiesa.

         E aggiungo: camminare cercando di generare vita, di moltiplicare la gioia, di non spegnere i fuochi che lo Spirito accende nei cuori.

         Don Primo Mazzolari scriveva: «Che contrasto quando la nostra vita spegne la vita delle anime! Preti che sono soffocatori di vita. Invece di accendere l’eternità, spegniamo la vita».

         Siamo inviati non per spegnere, ma per accendere i cuori dei nostri fratelli e sorelle, e per lasciarci rischiarare a nostra volta dai bagliori delle loro coscienze che cercano la verità”.

 

(Dal Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti dell'incontro nazionale dei referenti diocesani del cammino sinodale italiano, giovedì 25 maggio 2023).