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Comunità Parrocchiale San Silvestro papa - Villa Adriana

 

 

 

Preghiera del Rosario

meditando Gv 18, 1-11

 

Aprile 2018 

 G. In questo mese di marzo, tempo della Pasqua, preghiamo il Rosario meditando sulla domanda che Gesù rivolge a chi lo va arrestare nel giardino del Getsèmani (cfr. Gv 18, 1-11): «Chi cercate?».

T.Maria, madre di Gesù, aiutaci a riconoscere i nostri rifiuti di Gesù tradito e crocifisso per imparare ad accoglierlo e risorgere con Lui a vita nuova nel Giardino della Pasqua (cfr. Gv 20, 11-18).

G. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen.

 


 
Primo mistero

«C’era un giardino nel quale Gesù entrò con i suoi discepoli» (Gv 18, 1):

il giardino è il grande protagonista degli ultimi capitoli del Vangelo di Giovanni; lo troviamo qui, all’inizio del racconto della crocifissione di Gesù, quale luogo dove viene arrestato; e lo troviamo alla fine, quando il Risorto incontra Maria di Màgdala: il sepolcro dove Gesù era stato sepolto, si dirà infatti (Gv 19, 41), si trovava in un giardino. Il termine «giardino» richiama certamente il primo giardino, l’Eden, dove Adamo ed Eva, appena creati, erano stati collocati. Gesù, con la sua morte e resurrezione, ricostituisce il giardino che era stato perduto: il mistero pasquale è il mistero della nuova creazione, della creazione dell’uomo nuovo, del nuovo Adamo. Gesù dunque ci accoglie nel paradiso, che è la sua casa e la nostra: ecco la dimora nostra e sua!

   (Breve silenzio)

Padre nostro, Ave Maria (10 v), Gloria al Padre, Gesù perdona. 


 

Secondo mistero

«Giuda vi andò [...] con lanterne, fiaccole e armi» (Gv 18, 3):

ma ecco lo scandalo, l’inaspettato: in quel giardino, oltre ai discepoli, entra Giuda, il traditore, insieme ai soldati, con armi e bastoni. Di nuovo il male, il peccato, entra nell’Eden, pronto a corromperlo una seconda volta. Questo Giardino è il Getsèmani, che significa «frantoio»: lì Gesù sarà spremuto, arrivando a sudare sangue (Lc 22, 44), per dare il vino nuovo, il vino bello (Gv 2, 10), per la nuova ed eterna alleanza.     

(Breve silenzio)

Padre nostro, Ave Maria (10 v), Gloria al Padre, Gesù perdona. 


 

Terzo mistero

«Chi cercate?» (Gv 18, 4. 7):

è la domanda che Gesù ci rivolge due volte. Possiamo trovarlo, infatti, solo se lo cerchiamo. La prima domanda dunque è la seguente: chi cerchiamo nella nostra vita? Cerchiamo Gesù? Se stiamo leggendo il Vangelo, probabilmente sì; ma poi è anche vero che, alla fine, ogni uomo lo cerca: anche i soldati romani! Ecco allora la seconda domanda, conseguente alla prima: come cerchiamo Gesù? Come cerchiamo di vivere il vangelo? Giuda, con le guardie ed i soldati, vengono con le armi: infatti vogliono catturare Gesù, arrestarlo, per infine ucciderlo. Ed io: cerco Gesù nella mia vita? Come lo cerco?

(Breve silenzio)

Padre nostro, Ave Maria (10 v), Gloria al Padre, Gesù perdona. 


  
Quarto mistero

«Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro» (Gv 18, 10):

Giuda e le guardie non sono i soli armati nel giardino: anche Pietro tira fuori la spada e taglia l’orecchio destro del servo del sommo sacerdote. Pietro cerca Gesù con le stesse armi di Giuda! Il giardino della seconda creazione è qui ed ora; ma ecco, questo giardino continua ad essere in mano alla violenza: soprusi e inganno nelle vie della nostra città, nella nostra vita. L’istinto di dominio, di potere e di avere, possiede tutti, nessuno escluso. È il mistero del male, del peccato originale che continua a corromperci.

(Breve silenzio)


Padre nostro, Ave Maria (10 v), Gloria al Padre, Gesù perdona. 


 

Quinto mistero

«Sono io» (Gv 18, 5. 8):

è quanto Gesù proclama due volte, rivolto a Giuda e ai soldati venuti ad arrestarlo. È una formula con la quale egli si identifica con Dio stesso: Io-sono infatti è il nome rivelato da Dio a Mosè sul monte Sinai (Es 3, 14). È altresì la dichiarazione della sua vicinanza, del suo essere con noi: è questo, del resto, il senso dell’espressione in ebraico. Il giardino è di nuovo e sempre invaso dalla violenza e dall’ingiustizia: ma Gesù rimane, non scappa. Nel male e nel peccato, egli è con noi: non siamo più soli. Non solo, ma egli rimane per bere il calice fino alla feccia: per versare il suo sangue; per offrire il suo corpo come pane da spezzare e distribuire. Il peccato e l’ingiustizia degli uomini si trasformano in occasione di bene, in banchetto, in vita. Se cerchiamo dove Gesù dimori, se cerchiamo lui: ebbene, possiamo trovarlo nel mistero eucaristico, nel dono che egli fa di sé.

(Breve silenzio)

Padre nostro, Ave Maria (10 v), Gloria al Padre, Gesù perdona.

Salve Regina. 


 

Orazione

G. Guarda, o Signore,
l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale
e concedile di riprendere vita
per la pasqua del tuo unico Figlio.
Egli vive e regna ora e nei secoli dei secoli.

T. Amen.